COMITATO NO ANTENNA

Al Sindaco di Casperia All’ Amministrazione Comunale di Casperia Essendo venuti a conoscenza, sulla decisione di questa Amministrazione, di voler posizionare sul territorio comunale un traliccio per installazione di stazioni di radio base per telefonia mobile e tele comunicazioni, i sottoelencati cittadini scrivono quanto segue: E’ ormai tristemente noto a tutti come l’esposizione a campi elettromagnetici comporti un’aumento dell’insorgenza di leucemia infantile, testimoniato, da una notevole percentuale delle ricerche sull’argomento, che puntualizzano, come la vicinanza alle radiazioni elettromagnetiche crei: “un rischio cancerogeno soprattutto nei bambini che vivono nei pressi di una sorgente di campo” (leucemia infantile). Oggi, il proliferare selvaggio delle sorgenti di campo elettromagnetico ha generato un incredibile aumento delle persone potenzialmente esposte ai rischi derivati da tali installazioni ed è particolarmente evidente nelle aree urbane, dove lo sfruttamento del territorio è così capillare, da consentire ad esempio, l’installazione sulle nostre case, scuole, ospedali, edifici pubblici e privati di centinaia di antenne di radio base per telefonia cellulare e ripetitori creando in concomitanza con altre forme di inquinamento: polveri sottili, cibo, CO2 etc…. effetto di dannoso accumulo sull’organismo. Se ciò è particolarmente evidente nelle aree urbane, in aree rurali ed a bassa densità abitativa come per esempio la sabina e in particolare il comprensorio di Casperia risulta irrilevante; ma… la fortuna forse, od il privilegio di vivere in un territorio fino ad ora integro ed esente da rischi ambientali potrebbe essere minacciata da incaute scelte dell’ amministrazione Comunale non condivise con tutta la popolazione. L’amministrazione ha bloccato l’installazione del traliccio a un privato cittadino che era disposto ad autorizzarne l’installazione sul proprio terreno all’insaputa dei vicini. Il divieto dell’installazione operata dall’ Amministrazione ad un privato cittadino è stato un atto di coerenza con i presupposti e la vocazione ambientale virtuosa di questi luoghi, divieto sostenuto dall’ esistenza di un regolamento. Apprendiamo dai giornali che la società telefonica ha ricorso al TAR ma quest’ultimo ha dato ragione all’ Amministrazione Comunale. L’attuale giurisprudenza nega agli enti locali di impedire totalmente l’istallazione delle antenne e per evitare che un gestore ricorra alla Magistratura contro un diniego totale gli Enti Locali, pur non avendo un obbligo preciso, adottano un Regolamento che mira almeno a disciplinare a livello urbanistico dove mettere e dove impedire l’istallazione; in una delle ultime leggi approvate dal Parlamento presentate dal Governo Monti vi è un ulteriore regime di semplificazione per l’istallazione delle antenne, ottenuto grazie alle pressioni dei gestori di telefonia. Eppure esiste nel diritto europeo il principio di precauzione, principio che si deve applicare nel momento in cui la ricerca scientifica non possiede elementi rassicuranti sulla sicurezza e la salute di un qualsiasi prodotto o servizio. Eppure esiste quell’ Istituto chiamato “assemblea cittadina” che permetterebbe di realizzare un dibattito condiviso e partecipato con i propri cittadini, di ascoltare anche delle voci autorevoli del settore medico sui rischi connessi a tali installazioni e valutare le soluzioni tecnologiche meno impattanti . Siamo ancora in tempo per invitare l’ Amministrazione Comunale a rivedere insieme alla popolazione le proprie scelte nell’interesse primario dei cittadini, quello della salute ? Signor Sindaco, quale garante della salute pubblica ci appelliamo, affinché tuteli veramente i suoi cittadini da rischi ambientali, proponendo un incontro pubblico nel quale si instauri un dibattito sui metodi e le ragioni che hanno spinto l’amministrazione a prendere decisioni cosi importanti per la salute pubblica e infine ci auguriamo che tramite un civile contraddittorio con tutte le parti, si possa raggiungere una soluzione trasparente, condivisa e di tutela della salute pubblica. Firmatari

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